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Oltre il Tartan: Quando le 24 Ore di Saronno Diventano un Viaggio Dentro di Sé

C’è un punto, nel running, in cui la distanza smette di essere solo una misura e diventa un catalizzatore. Un elemento che innesca una reazione a catena, portandoti a confrontarti con te stesso in modi che non avresti mai immaginato. Per me, quel punto è rappresentato dalle 24 Ore.

Non è una gara come le altre. Non è una sfida contro gli avversari, quanto piuttosto un viaggio interiore, un’esplorazione dei tuoi limiti fisici e mentali. E sabato (quando uscirà questo articolo e relativa puntata Podcast che trovi come BUSHIDO RUN PODCAST sulla tua piattaforma di ascolto preferita come Spotify e su Youtube), tornerò sulla pista del Centro Sportivo Colombo-Gianetti di Saronno per la seconda volta, pronto ad affrontare questa sfida ancora una volta.

La Logica dell’Impossibile: Un Calcolo di Resistenza

Immagina: 400 metri di pista di tartan. Un giro dopo l’altro, per 24 ore consecutive. I numeri, da soli, sembrano freddi e impersonali. Ma quando ti trovi lì, con il corpo che inizia a protestare e la mente che vacilla, quei numeri assumono un peso enorme.

L’anno scorso, ho completato 389 giri, tradotti in circa 156 chilometri. Un dato che, a ripensarci, mi sembra quasi surreale. Ma la vera sfida non è tanto la distanza in sé, quanto la capacità di mantenere un ritmo sostenibile per un tempo così lungo. E di superare i momenti di crisi che inevitabilmente si presentano.

La 24 Ore di Saronno non è solo una gara individuale. C’è la staffetta, con squadre che si alternano ogni ora, la 6 ore che si lancia all’alba, e la 100 chilometri che condivide la partenza. Ma alla fine, quando sei solo sulla pista, conta solo la tua resilienza.

Il Nemico Invisibile: La Battaglia Contro il Corpo e la Mente

L’anno scorso ho imparato una lezione fondamentale: il vero avversario non sono gli altri corridori, ma il tuo stesso corpo e la tua mente. Il caldo, in particolare, è stato un fattore determinante. Non solo durante il giorno, ma anche di notte, quando speravo di trovare un po’ di sollievo.

C’è stato un momento, intorno al giro 300, in cui ho capito che il mio record personale era irraggiungibile. Non è stata una resa, ma una negoziazione con i miei limiti. In una gara di resistenza come questa, saper rallentare può essere più importante di sapere quando accelerare.

Quel risultato, un ottavo posto assoluto e un terzo di categoria, è stato una grande soddisfazione. Non per la posizione in sé, ma per aver portato a termine qualcosa che molti considerano impossibile.

Preparazione Olistica: Corpo, Mente e Rituale

Prepararsi per una 24 ore non è solo questione di allenamento fisico. È una preparazione olistica, che coinvolge corpo, mente e spirito. L’alimentazione, gli eventuali cambi di scarpe e vestiti, la strategia di corsa e riposo: tutto deve essere pianificato nei minimi dettagli.

Ma c’è anche un aspetto mentale che spesso viene sottovalutato: prepararsi psicologicamente a stare sveglio per 24 ore consecutive, correndo. Visualizzare il percorso, immaginare le difficoltà e trovare strategie per superarle.

La 24 Ore di Saronno è anche una festa. Musica, DJ set, ristoro continuo, un’atmosfera di grande celebrazione del movimento. Questo aiuta molto, perché quando arrivano i momenti più duri, sentire il sostegno del pubblico e degli altri atleti fa la differenza.

Perché Tornare? La Ricerca di un Nuovo Limite

Ti starai chiedendo: perché tornare su quella pista dopo aver già sofferto? La risposta è complessa. C’è la voglia di migliorare il risultato dell’anno scorso, di superare quei 156 chilometri che ora rappresentano il mio riferimento personale su una pista di atletica (in una gara da 24 Ore credo di avere 189Km come PB).

Ma c’è qualcosa di più profondo. Una 24 ore ti mette di fronte a te stesso in modo brutale. Ti fa scoprire risorse che non sapevi di avere e limiti che pensavi di non avere. Ti insegna che il corpo umano è capace di cose incredibili, ma anche che la mente è spesso l’elemento determinante.

Dopo 15-16 ore di corsa, quando le gambe iniziano a dolere davvero e la stanchezza si fa sentire, quello che ti tiene in movimento non è più la preparazione fisica, ma la forza mentale. È in quei momenti che si forgia il carattere.

Seguimi nel Viaggio

Se vuoi seguire questa nuova avventura, troverai aggiornamenti e sensazioni sulla mia pagina Instagram. E se hai voglia di mandarmi un messaggio di incoraggiamento, leggerò il sostegno sul canale Telegram UnoDi300 Family. Perché in fondo, anche se la gara la corri da solo, sapere che qualcuno sta tifando per te può fare la differenza.

Io non vedo l’ora di scoprire quale storia racconterà questa volta la pista di Saronno.