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Il VO2Max: un numero sul polso, un mare di interpretazioni

Ti sei mai soffermato a guardare quel valore che lampeggia sul tuo orologio durante la corsa? Quello che ti dice quanto “efficiente” è il tuo corpo nell’assorbire ossigeno? Probabilmente sì, e magari ti sei anche lasciato convincere da etichette rassicuranti come “ottimo” o “superiore alla media”. Ma quanto puoi davvero fidarti di quel numero?

Recentemente, ho approfondito un test comparativo tra diversi dispositivi indossabili, confrontando le loro stime del VO2Max con misurazioni cliniche professionali. I risultati sono stati illuminanti e mi hanno spinto a riflettere su come interpretiamo questi dati e su quanto peso gli attribuiamo. In questo articolo, ti guiderò attraverso il significato del VO2Max, come i dispositivi lo stimano e come utilizzare queste informazioni in modo costruttivo per migliorare la tua corsa.

VO2Max: il motore della tua performance

Il VO2Max, o consumo massimo di ossigeno, è un indicatore chiave della tua capacità aerobica. In parole semplici, misura la quantità massima di ossigeno che il tuo corpo può utilizzare durante un esercizio fisico intenso. Più alto è il tuo VO2Max, più efficientemente il tuo sistema cardiovascolare trasporta ossigeno ai muscoli, permettendoti di correre più a lungo e a un ritmo più sostenuto.

Negli ultimi anni, il VO2Max è diventato un parametro sempre più popolare, non solo tra gli atleti d’élite, ma anche tra i runner amatoriali. Questo interesse è alimentato da studi che collegano un VO2Max elevato a una maggiore longevità e a un minor rischio di malattie cardiovascolari. Tuttavia, è fondamentale mantenere una prospettiva equilibrata: il VO2Max è solo un tassello di un quadro molto più ampio che definisce la tua salute e la tua forma fisica.

L’illusione della precisione: come i dispositivi stimano il VO2Max

Qui arriva la parte cruciale: il tuo smartwatch non può misurare direttamente il tuo VO2Max. Quello che fa è utilizzare algoritmi complessi (anche nell’Applicazione sviluppata da me ho utilizzato molti studi scientifici per la stima del VO2Max, la scarichi da qui) che cercano di dedurre questo valore sulla base di dati come la frequenza cardiaca e la velocità.

Ogni produttore sviluppa il proprio algoritmo, e qui entrano in gioco le differenze. Garmin, ad esempio, richiede almeno 10 minuti di attività GPS per generare una stima, mentre Coros ne chiede 25. Alcuni dispositivi si basano sulla frequenza cardiaca massima raggiunta, altri cercano di compensare l’età e il sesso. Il problema è che questi algoritmi sono spesso “scatole nere”: le aziende non sono tenute a rivelare i dettagli del loro funzionamento, rendendo difficile valutare l’accuratezza dei risultati.

Test comparativi: chi è il più affidabile?

Per fare chiarezza, ho analizzato i risultati di un test comparativo che ha confrontato le stime di nove dispositivi indossabili con misurazioni cliniche professionali. Il VO2Max reale, misurato in laboratorio, era di 42,8 ml/kg/min. Ecco come si sono comportati i dispositivi:

  • Garmin: 44 ml/kg/min (errore di +1,2 punti) – Il più preciso nel test.
  • Fitbit: 41 ml/kg/min (errore di -1,8 punti) – Buona affidabilità.
  • Suunto: 40 ml/kg/min (errore di -2,8 punti) – Solido, ma con un margine di errore.
  • Whoop: 46 ml/kg/min (errore di +3,2 punti) – Una delle stime più alte, ma con un errore significativo.
  • Apple Watch: 37,9 ml/kg/min (errore di -4,9 punti) – Sottostima il valore reale.
  • Coros: 37 ml/kg/min (errore di -5,8 punti) – Stima ancora più bassa.
  • Oura: 37 ml/kg/min (errore di -5,8 punti) – Simile a Coros.
  • Withings: 36 ml/kg/min (errore di -6,8 punti) – La stima più bassa nel test.
  • Ultrahuman: 61 ml/kg/min (errore di +18,2 punti) – Un risultato completamente fuori scala, praticamente inutilizzabile.

Questi dati dimostrano che l’accuratezza delle stime può variare notevolmente da un dispositivo all’altro. Non dare per scontato che un valore “eccellente” sia necessariamente accurato.

Come interpretare i numeri: il trend è più importante del valore assoluto

Allora, come dovresti utilizzare queste informazioni? La risposta è semplice: concentrati sul trend nel tempo, non sul valore assoluto. Se il tuo VO2Max stimato aumenta gradualmente nei mesi, è un segnale positivo che stai migliorando la tua forma fisica.

Considera il VO2Max come un indicatore aggiuntivo, da combinare con le tue sensazioni soggettive, i tempi di recupero e le prestazioni nelle corse. Se ti senti più forte, recuperi più velocemente e corri tempi migliori, è probabile che tu stia progredendo, anche se il numero sul tuo dispositivo non riflette perfettamente questi miglioramenti.

Non farti ossessionare dalle categorie (“eccellente”, “buono”, “medio”) che accompagnano spesso questi valori. Sono calibrate in base all’età e al sesso, e potresti avere un VO2Max “eccellente” pur essendo un corridore nella media.

La verità in laboratorio: quando serve un test clinico

Se vuoi una misurazione precisa del tuo VO2Max, l’unica opzione è un test clinico in laboratorio. Questi test sono costosi e richiedono tempo, ma possono fornirti informazioni preziose sulla tua forma fisica.

Per la maggior parte di noi che corriamo per passione e benessere, però, l’importante è mantenere una tendenza positiva: fai in modo che il numero, qualunque esso sia, continui a crescere o si mantenga stabile su valori buoni nel tempo.

Ricorda sempre che la corsa è molto più di un numero: è resistenza, forza mentale, tecnica, strategia di gara e, soprattutto, il piacere di muoverti all’aria aperta. Il VO2Max può essere un compagno utile in questo viaggio, ma non deve mai diventare il padrone.